Apocalisse di San Giovanni

Il soffitto dell’Abazia di Isola della Scala ha subito nel corso dei secoli alcune modificazioni. Inizialmente si vedevano le capriate, nel 1805 vennero installati dei cassettoni dipinti che avevano lo scopo di abbassare il soffitto e facilitare anche il riscaldamento della Chiesa. Nel gennaio del 1969 vennero tolti per liberare il soffitto e rimettere in luce l’imponente struttura a capriate che era visibile in origine. La travatura si trova a circa 14 metri di altezza; una volta rimossi i cassettoni è risultato visibile un disegno posizionato sul terz’ultimo trave del soffitto verso la parete di destra, si tratta di un vaso di fiori con a fianco dei numeri. Dal pavimento risulta difficile interpretare i numeri che appaiono, ad una prima lettura: 666.

Il numero 666 nella tradizione biblica ha un significato ben preciso. Lo ritroviamo nella Apocalisse di San Giovanni al capitolo 13:

La bestia che viene dalla terra
11E vidi salire dalla terra un’altra bestia che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, ma parlava come un drago. 12Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. 13Opera grandi prodigi, fino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. 14Per mezzo di questi prodigi, che le fu concesso di compiere in presenza della bestia, seduce gli abitanti della terra, dicendo loro di erigere una statua alla bestia, che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. 15E le fu anche concesso di animare la statua della bestia, in modo che quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non avessero adorato la statua della bestia. 16Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, 17e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. 18Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei.

Un numero con un tale significato può sorprendere all’interno di un luogo sacro. A una più attenta lettura le cose non stanno proprio così: in realtà non si tratta di 666 ma di 1856. Da un passaggio segreto posto nel retro dell’Abazia si poteva accedere al soffitto a cassettoni, questo per facilitarne la manutenzione, è sicuramente durante uno di questi interventi che qualche operaio ha disegnato sul trave il vaso di fiori e ha riportato l’anno, il 1856.