Tele Santo Stefano

Dedicato a Mons. Lino Beghini

Forse non tutti si ricordano che a Isola della Scala era attiva un’emittente radiofonica che successivamente venne trasformata in emittente televisiva. Era il 1975 quando, su iniziativa del radiotecnico isolano De Luigi Ferdinando, viene attivata una rudimentale radio locale parrocchiale da subito chiamata Radio Speranza; l’iniziativa trovò immediato sostegno dell’abate Giorgio Scarsini. Il primo trasmettitore venne costruito dallo stesso De Luigi. La frequenza utilizzata era 93.4 MHz. Siamo negli anni in cui Radiopace (futura Telepace) non esisteva ancora e poche erano le emittenti radiofoniche veronesi e nazionali attive; per questo motivo, seppur il trasmettitore fosse di limitata potenza, il segnale arrivava fino al confine con Mantova.

Le prime trasmissioni riguardavano le funzioni religiose che si svolgevano nella chiesa abaziale per permettere ad anziani ed ammalati di poter partecipare alla vita comunitaria del loro paese. All’inizio si iniziò a trasmettere solo le funzioni domenicali, successivamente anche quelle feriali. Per alcuni anni negli orari in cui non venivano trasmesse celebrazioni un gruppo di giovani si divertiva a trasmettere musica e altri intrattenimenti come se si trattasse di una vera e propria emittente radiofonica.
Nel 1981, alla luce del positivo riscontro e apprezzamento da parte dei fedeli per questo utile servizio, si pensò di fare il salto di qualità passando alla trasmissione anche del segnale video a colori. L’allora abate Mons. Lino Beghini appoggiò fin da subito l’iniziativa in quanto credeva fortemente che entrare nelle casa attraverso il mezzo televisivo avrebbe portato conforto e vicinanza a tutte quelle persone che, per problemi di deambulazione, non potevano venire in chiesa ad assistere alle celebrazioni. L’iniziale progetto prevedeva di far arrivare il segnale video esclusivamente alla locale casa di riposo Benedetto Albertini che dista circa 500 metri in linea d’aria dall’Abazia. Purtroppo, all’epoca, i costi per l’acquisto di una videocamera erano molto elevati, fu grazie alla generosità di un benefattore che si riuscì a comperarla e installarla. L’inaugurazione avvenne con la trasmissione televisiva di una Santa Messa effettuata sul canale F polarizzazione verticale. La prima antenna installata era posizionata verso la casa di riposo dando modo anche alle case poste nelle immediate vicinanze di poter vedere le trasmissioni. Presto la notizia si diffuse e arrivarono all’abate le richieste anche di altri isolani che desideravano ricevere il segnale. Si installarono, così, altre antenne sul campanile fino a coprire con il segnale video tutto il territorio comunale di 62 Km2. Per garantire la trasmissione anche della messa feriale venne installata anche una telecamera nell’adiacente oratorio San Vincenzo Ferreri.
Col passare degli anni il servizio venne potenziato installando altre due telecamere; per le messe domenicali era attiva anche una telecamera mobile con operatore. Nel 1990 entrò in vigore la Legge Mammì (n.223/1990) “Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato” che regolamentava il piano nazionale di ripartizione delle radiofrequenze. In effetti fino ad allora in ambito radio-televisivo non era presente una normativa organica di regolamentazione delle frequenze e per questo il settore era caratterizzata da una giungla.
L’entrata in vigore della legge determinò che potessero proseguire nelle trasmissioni tutti coloro che avessero regolarizzato la propria emittente tramite una richiesta di concessione al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni. I volontari che gestivano l’emittente locale, non conoscendo tale normativa, presentarono la domanda in ritardo rispetto al termine ultimo previsto per il 23/10/1990.
Seppur privi di autorizzazione le trasmissioni proseguirono fino al 21/10/1992 quando venne sequestrato il trasmettitore, posto all’interno del campanile, dalle Forze dell’Ordine.

Grande fu lo sconcerto tra la cittadinanza per la brusca interruzione di un servizio che aveva il solo scopo di portare conforto nelle case di anziani ed ammalati.
Il ministro delle Poste e Telecomunicazioni Pagani, in una nota apparsa sul televideo RAI, assicurava che il caso specifico di Isola della Scala sarebbe stato preso in particolare considerazione al fine di trovare una soluzione. lo sconcerto si trasformò presto in mobilitazione. Il gruppo di volontari iniziò a scrivere ai parlamentari locali sottoponendo il loro caso. Venne anche realizzata, nel gennaio del 1997, una petizione nella forma di raccolta di cartoline da inviare all’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro chiedendogli di intercedere in Parlamento per la riattivazione dell’emittente; vennero inviate più di 6.500 cartoline.
Anche i mass media iniziano a dare risalto alla mobilitazione. Vennero pubblicate tre lettere dei volontari su Famiglia Cristiana: una a fine 1996, una ad aprile 1997 e una ad aprile 1998. L’emittente Telenuovo dedicò un servizio nell’edizione serale del telegiornale. Il quotidiano L’Arena di Verona seguì la vicenda con tre lunghi articoli.
L’abate, caparbiamente, non volle lasciare nulla di intentato e pertanto appoggiò ogni iniziativa che rappresentasse uno spiraglio di speranza al riavvio delle trasmissioni. Per poter riattivare l’emittente parrocchiale i volontari presentarono tra il 1996 e il 1999 al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni la richiesta di poter iniziare, in via sperimentale, sistemi innovativi di trasmissione del segnale video utilizzando frequenze dall’ultravioletto all’infrarosso, con tecnologia MMDS (Multipoint Microwave Distribution System) e via cavo; si trattava di sistemi di trasmissione all’epoca in fase di sviluppo embrionale. La presentazione dei progetti venne sostenuta anche dal Consiglio Comunale e dal Sindaco di allora Dott. Massimo Brugnettini. Anche tali richieste ricevettero parere negativo in quanto, indipendentemente dal sistema tecnologico impiegato, la radiodiffusione era concessa solo a chi disponesse di una concessione.
Nella seduta del 17 marzo 1997 il Consiglio Comunale approvò unanimemente una mozione in materia di revisione della normativa in materia di Radio e TV. Mozione che venne trasmessa al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, all’A.N.C.I. e ai Comuni della Provincia di Verona.
Contro la chiusura si tentò, è il 1998, anche il ricorso alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee il cui esito fu negativo in quanto la vicenda, che vedeva rapporti tra privati e istituzioni nazionali, esulava dalle sue competenze. Contestualmente all’invio delle cartoline al Presidente della Repubblica si avviò una campagna informativa nei confronti dei Parlamentari italiani affinché modificassero la legislazione vigente dando modo di prevedere l’esistenza, oltre che delle emittenti commerciali, anche di emittenti comunitarie che trasmettessero in aree limitate senza scopo di lucro non finanziandosi con la pubblicità ma solamente con la generosità dei fedeli. Vennero inviate lettere a centinaia di parlamentari di tutto l’arco costituzionale e a tutto il governo. Numerosi furono i parlamentari che, contattati, assicurarono interessamento. Vennero presentate anche alcune interrogazioni parlamentari al Ministro delle Telecomunicazioni: una il 5 febbraio 1997 dall’On. Adriana Poli Bortone, due il 6 febbraio 1997 dall’On. Alberto Giorgetti e dall’On. Nicola Pasetto, una il 13 febbraio 1997 a firma dell’On. Paolo Danieli e una dell’On. Apolloni Daniele.
Nel marzo del 1998 si tentò una nuova strada; si erano avviate da poco le trasmissioni via satellite del canale della Conferenza Episcopale Italiana SAT2000. Il ricevitore satellitare era all’epoca ancora molto costoso. Si pensò alla possibilità che ogni parrocchia potesse avere un canale terrestre per poter ritrasmettere in chiaro il segnale da satellite di SAT2000 e al termine della quotidiana programmazione di lasciare uno spazio alla trasmissione delle funzioni locali. Purtroppo anche questo progetto non andò in porto.
Nei primi mesi del 1999 iniziarono i primi contatti con l’emittente Cattolica di Padova TeleChiara. Si cercò di valutare la possibilità di ritrasmettere nel territorio comunale il segnale dell’emittente patavina che a fatica arrivava fino ad Isola della Scala. L’idea di fondo era simile a quella pensata con SAT2000; ricevere il segnale e diffonderlo con la possibilità di trasmettere le cerimonie locali quando Telechiara avesse la sua programmazione. Telechiara appoggiò appieno il progetto. Anche in questo caso venne coinvolta l’amministrazione comunale che era il soggetto deputato alla presentazione della domanda di autorizzazione; nell’agosto del 1999 venne presentato il progetto all’Ispettorato Territoriale per il Veneto del Ministero delle Comunicazioni di Verona. Intanto in parrocchia si assiste all’avvicendamento del parroco: Mons. Lino Beghini viene nominato Canonico della Cattedrale di Verona e viene nominato nuovo parroco Mons. Gianni Ballarini. Purtroppo anche questa collaborazione con Telechiara risulterà difficilmente percorribile e pertanto non si potrà darvi seguito.
Finalmente nel 2000 viene aperto il bando per l’assegnazione di nuove concessioni ed in particolare tre per ciascuna provincia dedicate alle cosiddette “emittenti comunitarie”. Si tratta di un’occasione unica per poter tentare di rivedere la ripartenza della TV parrocchiale. Viene stilato il progetto tecnico, il piano finanziario e la programmazione per la nascente Tele Santo Stefano; nei termini previsti si invia tutta la documentazione e si inizia a sperare…. A marzo 2001 vengono pubblicate sul televideo le graduatorie e Tele Santo Stefano risulta terza per Verona! Si poteva tornare a trasmettere! Purtroppo non fu così… Poco dopo la graduatoria subì una modifica e Tele Santo Stefano si vide togliere di mano la concessione.
Superato lo sgomento per quanto avvenuto si decise di presentare riscorso straordinario al presidente della Repubblica avverso all’esclusione di Isola della Scala a beneficiaria di una delle tre frequenze destinate alle emittenti comunitarie. Il ricorso venne presentato il 5 ottobre 2001. L’attesa fu lunga. Nel 2004 cala definitivamente il sipario sulla speranza che l’emittente parrocchiale di Isola della Scala possa riprendere a trasmettere; il 9 novembre 2004 arrivò la risposta negativa al riscorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Scompariva, così in via definitiva, la possibilità di avere una propria frequenza televisiva parrocchiale. Tuttavia i volontari dell’Associazione Laici Amore Misericordioso – Gruppo di Isola della Scala (VR) per garantire un parziale servizio hanno iniziato dal 2006 la registrazione di una santa messa domenicale con possibilità di rivederla accedendo al loro sito internet. Dal 2020 è attivo anche un canale internet per poter assistere in diretta le celebrazioni.