Terremoto del 1117

Il 3 gennaio del 1117 si è verificato il più grande terremoto dell’Italia Settentrionale. Uno sciame sismico che ha devastato la pianura Padana. Benchè si parli di un evento sismico avvenuto più di mille anni fa, numerose sono le fonti giunte fino ai giorni nostri che ne descrivono la portata. Si tratta per lo più di manoscritti provenienti dai monasteri benedettini. Le fonti dell’epoca riferiscono di due enormi scosse, una nella notte e una nel pomeriggio, indicativamente a 12 ore di distanza. L’epicentro è stato localizzato in un’area, la pianura Padana, che dal punto di vista geologico si discosta rispetto alle strutture tettoniche conosciute. La zona interessata si colloca tra le Alpi meridionali e gli Appennini settentrionali. L’epicentro è stato identificato nel comune di Isola della Scala a una profondità di 10 Km; si è anche potuto stabilire la magnitudo pari circa al 7° grado della scala Richter. I morti, complessivamente, ammontarono a circa 30.000 e la città maggiormente colpita fu Verona. Gli edifici, sia religiosi che civili, vennero significativamente danneggiati, tanto che l’evento sismico ha rappresentato uno spartiacque nella storia dell’architettura romanica veronese. Nell’area interessata sono presenti iscrizioni come l’incisione situata nell’architrave del portale dell’Abbazia di Nonantola (Modena) a ricordo del rifacimento dell’edificio avvenuto in seguito al terremoto, come pure altre iscrizioni, realizzate nei decenni immediatamente successivi, che permettono di ipotizzare ricostruzioni di manufatti a seguito dello stesso terremoto. In questo ultimo caso si inseriscono le due iscrizioni di Isola della Scala: una murata sulla facciata del Santuario della Bastia e la seconda murata nel basamento del campanile dell’Abazia Santo Stefano.

Iscrizione murata nel basamento del campanile dell’Abazia:

ANN DNI MI
CXXX WARIENTO
ET ANNO RS HOC INCEPER
Iscrizione murata nella parete ovest del santuario della Bastia:

CHEBIZO
WARIENTO
ET ANNO FECE
RVNT HOC OPVS
+ AD MCXXVI