








Novembre 2015


PROGETTO DI RESTAURO CONSERVATIVO DELLA FACCIATA DELL’ ORATORIO DI SAN VINCENZO
Il primo intervento di restauro della facciata dell’Oratorio di San Vincenzo, di cui rimane traccia certa, è avvenuto nel 1997/98, se si esclude l’intervento del 1986/87, mirato alla revisione della copertura e alla valorizzazione dell’interno. L’intervento di fine Novecento ha riguardato soprattutto il restauro degli elementi ornamentali lapidei e dell’intonaco decorato a finto mattone, e, a seguito di indagini stratigrafiche eseguite in occasione dell’intervento di restauro, è emerso che non vi sono altri strati di intonaco sottostanti. L’intervento di restauro del 2015/2016 è stato finalizzato ad arrestare il degrado progrediente che interessava la facciata (sia gli elementi lapidei che gli intonaci), liberandola da depositi superficiali e vegetazione spontanea cresciuta sugli aggetti e, soprattutto, mimetizzando quei brani di intonaco e tasselli di materiale lapideo, realizzati nel precedente restauro che, patinandosi in maniera differente dai materiali originari, risultavano molto evidenti. Le analisi condotte sullo stato di conservazione degli intonaci hanno evidenziato una situazione di degrado dovuta alla grande quantità di muschi e licheni che hanno trovato nella superficie porosa dell’intonaco, terreno fertile per crescere ed espandersi. Sono presenti alcune risarciture di intonaco realizzate durante il restauro del 1987 che risultavano molto evidenti e contrastavano con la cromia generale dell’intonaco. Si segnalavano piccole porzioni di intonaco decoeso con distacchi dal supporto murario e lacune. Le problematiche relative agli elementi lapidei della facciata sono riconducibili a quelle tipiche dei calcari teneri posizionati all’esterno. Tutte le parti in pietra erano interessate da un processo di alterazione fisica riscontrate in tutte le cornici del timpano, oltre alla vegetazione cresciuta spontaneamente, oltre al notevole attacco da parte di funghi e licheni. Erano visibili altri fenomeni di degrado quali erosione, scagliature, mancanze di parti modanate ed evidenti tasselli realizzati nell’intervento del 1997 che ad oggi risultano dissonanti. La balaustra della scalinata presentava un preoccupante attacco da parte di organismi deteriogeni (muschi e licheni) che le avevano fatto assumere una colorazione grigio scura, mentre nella parte basamentale di supporto si rilevava il parziale distacco della finitura ad intonaco e della tinteggiatura.1
1Estratto della relazione redatta da:”Studio Sandrini Isola della Scala. arch. Simone d’Aumiller ing. Luca Sandrini“.