Altare del Crocefisso

Restauro della volta

La squadra di restauratori, diretti dall’Arch. Gianantonio Prospero, è intervenuta sulle pareti degli altari del transetto riportando alla luce gli affreschi ottocenteschi (opera di Canella il Vecchio) completamente ricoperti di tinta bianca negli anni ’60. Il restauro dell’altare del Crocefisso è stato completato nell’agosto del 2002.

A sinistra il soffitto completamente coperto di tinta bianca.
A destra il soffitto con gli affreschi riscoperti.

Nell’altare destro del transetto (l’altare del crocefisso) i restauri hanno messo in luce quelli che appaiono come i simboli della Passione di Nostro Signore. Vi troviamo le fiaccole che impugnavano coloro che andarono a catturarlo nell’orto del Getsemani, la colonna alla quale fu legato durante la flagellazione, i flagelli con i quali fu eseguito il supplizio, il guanto calzato dalla mano di colui che schiaffeggiò Gesù davanti al sommo sacerdote; e ancora: la canna con cui i soldati lo percossero prima di crocifiggerlo, i chiodi della croce, le tenaglie, intese come strumento di tortura (anche se in realtà i vangeli non ne parlano), oppure usate per la deposizione del corpo di Gesù dalla croce; la lancia che gli aprì il costato, il calice dell’ultima cena, nel quale, secondo una tradizione successiva, Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto il sangue che uscì dalla ferita inferta dalla lancia del soldato Longino, e che la stessa tradizione volle identificare col Sacro Graal. Infine è raffigurato il cartiglio che Pilato volle fosse apposto sulla sommità della croce, recante la scritta “I.N.R.I” (Iesus Nazarenus Rex Iudeorum).


Gli affreschi, una volta tolta la tinta bianca che li ricopriva, apparivano così deteriorati.


Di seguito riportiamo alcuni dei segni della Passione dopo il restauro: