Sandro Camasio

Alessandro Pietro-Paolo Eugenio Camasio, conosciuto come Sandro, ebbe i suoi natali ad Isola Della Scala nelle ore serali del 5 novembre 1886. Sua madre si chiamava Costanza Chiroli e suo padre Giuseppe, procuratore dell’Ufficio del registro mandamentale. Sandro fu battezzato nella pieve abaziale il 21 novembre dello stesso anno. Prima di laurearsi in giurisprudenza entrò nel mondo giornalistico come redattore mondano della Gazzetta di Torino e, in una sala teatrale conobbe N. Berrini che raccolse le prime confidenze d’arte e ne lesse i primi copioni. In questo periodo Sandro scrisse “Senza guida” e gli abbozzi di “Il solco”, “Sotto la cenere” e la “Zingara” scritta in collaborazione con Nino Oxilia, che sottoposta al comitato di lettura della Società degli autori fu giudicata degna di rappresentazione. Due anni più tardi sopravvenne la fama con la commedia in tre atti “Addio giovinezza”, scritta con N. Oxilia divenuto amico inseparabile (morto durante la ritirata di Caporetto) e rappresentata al teatro Manzoni di Milano il 27 marzo 1911. Si tratta della rappresentazione della vita studentesca nella Torino di inizio secolo, la delicata commedia racconta la storia dell’amore tra la Dorina e lo studente in medicina Mario. Ricca di spunti divertenti, arricchita com’è di macchiette riuscite come quella dello studente a vita Leone. L’otto marzo 1912 fu rappresentata al politeama Chiarella di Torino la rivista satirica “Cose dell’altro mondo” su libretto di Camasio, Berrini e di Oxilia. Sandro si interessò anche di cinema, dirigendo nei primi mesi del 1913 per l’Italia Film di Torino, “L’antro funesto” e la prima versione di “Addio giovinezza”. Perduta la vista fu ricoverato presso l’ospedale Mauriziano di Torino, dove morì di meningite il 23 maggio 1913 prima di poter terminare il dramma “L’amante del cuore”.


Tratto dal “Dizionario Biografico degli Italiani” Ed. Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani – Roma 1974 e dall’articolo “Sandro Camasio” pubblicato nel 1979 a cura de “La Voce del Basso veronese”.