Il mistero della Madonna del velo di Raffaello Sanzio

L’Abate Pietro Garzotti, come abbiamo avuto modo di accennare in altre schede, pubblicò nel 1878 uno scritto relativo ad un quadro presente all’interno della Canonica Abaziale e che egli ricondusse al pennello di Raffaello Sanzio. Sempre nel suo scritto specificava di essere il proprietario di tale dipinto dal 1863. Si tratterebbe della Madonna del Velo, realizzata nei primi anni del ‘500, il cui originale si trova attualmente in Francia presso il museo Condé di Chantilly. Tale opera ebbe un enorme successo, tanto che venne riprodotta in numerose copie; una di esse venne anche segnalata nell”800 a Verona. L’Abate Garzotti, scomparso il 5 novembre 1885, lasciava scritto nel testamento che il dipinto doveva essere spedito al Sommo Pontefice Leone XIII: […] in segno di profonda riverenza e di attaccamento inalterabile al Santo Padre, al Pontefice Sommo lascio allo stesso il mio quadro – La Modonna del Velo – soggetto di Raffaello che io illustrai nel Leonardo da Vinci del 1878. Come esulterei che riconosciuta per originale tornasse a Roma nelle mani del Papa […]. Di tale dipinto non vi è traccia nella canonica Abaziale di Isola della Scala.
Ripercorriamo la vicenda.
Il Garzotti indica come esecutori delle sue ultime volontà testamentarie tre persone tra cui il sacerdote che alla sua morte verrà nominato nuovo Abate di Isola della Scala: Don Manfredi Vincenzo nei confronti del quale nutriva stima e riconoscenza. Per la serietà di don Manfredi è realistico che il quadro, come da volontà testamentarie, sia stato inviato a Roma a papa Leone XIII. Ritenendo che un quadro di tale valore e interesse artistico fosse arrivato a Roma avrebbe avuto come destinazione i Musei Vaticani; abbiamo consultato gli inventari dei beni artistici in esso conservati e l’esito è stato negativo, il quadro non risulta presente. Il fatto che non sia catalogato non esclude che possa essere appeso in qualche stanza della Città del Vaticano. Rimane il dubbio se quel quadro rimasto nella canonica abaziale per 22 anni fosse l’originale. Purtroppo no. L’originale di Raffaello fu acquisito dal Duca di Aumale nel 1854, con la collezione del suo patrigno (e zio) il Principe di Salerno Leopoldo di Borbone dopo la morte di quest’ultimo, ed è a partire da tale data che è esposto al museo Condé di Chantilly in Francia. Era cioè già esposto al museo prima che il Garzotti ne entrasse in possesso; il suo quadro era, pertanto, una delle tante pregievoli copie che nell’800 giravano per l’Italia.