L’organo

Il suono solenne e maestoso dell’organo risuona in Abazia da oltre 5 secoli, infatti i documenti in nostro possesso ne attestano la presenza già nei primi decenni del ‘500.
Le notizie su questo strumento all’interno della chiesa sono poche e frammentarie. Il primo riferimento certo lo troviamo nei verbali delle visite pastorali del vescovo Giberti, in data 10 Maggio 1532, in cui viene nominato un organaro, tale Giovanni Maria Porticella, intento a costruire l’organo già dal 1530. 
Pochi anni più tardi, verso la metà del XVI secolo, nel primo volume del Libro dei Battezzati della parrocchia (1529-1571), nelle ultime pagine, insolitamente, vi è un inventario dei beni ecclesiastici e degli arredi sacri della parrocchiale, in cui è indicato, con tanto di data, “Un organo novo facto 1534”.

Si presume quindi che questo sia l’anno d’inaugurazione del nuovo strumento; nei registri della Fabbriceria del 1535 sono presenti i pagamenti fatti all’organista, che aveva l’incarico di suonare “le feste principali e feste d’Apostoli e tutte le Domeniche del Mese”. Dell’antico strumento cinquecentesco non è rimasto più nulla ma queste testimonianze ci aiutano a capire meglio l’importanza e la cura riservate allo svolgimento delle funzioni liturgiche nella tradizione isolana.
Tra il 2006 ed il 2007 è stato attuato un intervento di restauro ed ampliamento dell’organo; prima di tale intervento lo strumento era il risultato di una serie di interventi avvenuti nel ‘700 e nell”800.

Dopo la costruzione della nuova parrocchiale (1578-1619) l’organo fu posto, pare nel 1776, sopra la porta nord con la realizzazione di una cantoria. Nel 1899 venne modificato per volere dell’Abate Manfredi; nell’archivio parrocchiale è conservato il progetto dell’organaro Domenico Farinati per un costo complessivo di £. 10.000. Un ulteriore intervento venne realizzato nel 1932 (sotto l’abate Mons. Fontana), trasportando il Grande organo dalla parete nord in fondo all’abside, l’evento venne festeggiato con un grandioso concerto. L’organo assume la struttura definitiva ad opera della ditta Ruffatti e viene inaugurato il 29 giugno del 1967 con un concerto eseguito dal M° Enzo Buia. Questo ultimo intervento divise l’organo in due corpi sonori separati: il Grande organo in fondo all’abside dietro l’imponente cassa con il riquadro raffigurante il martirio di S. Stefano, il Recitativo in un locale attiguo all’altare del Crocefisso. Il costo complessivo, per la nuova sistemazione, fu di Lire 15.450.000. La decisione di dividere l’organo in due luoghi distinti, avvenuto appunto circa 40 anni fa, fu la conseguenza dell’eliminazione dell’antico altare centrale: la cassa che fungeva, e funge tutt’ora, da paravento fu dunque arretrata perchè parte dello strumento, come detto sopra, cambiò posizione. Il risultato di questa operazione non fu, però, così felice come sembrava potesse essere, perchè il riscaldamento utilizzato in inverno provocava differenti temperature ai due corpi sonori impedendo, di fatto, la possibilità di suonare insieme Grande organo e organo Recitativo; si poteva suonare l’uno o l’altro.
Questo incoveniente, ma soprattutto il cattivo stato dovuto al naturale deperimento di una”macchina” così complessa, ha portato alla decisione, ormai improrogabile, di provvedere ad un completo restauro dello strumento. Restauro e potenziamento sono stati realizzati dall’organaro Diego Bonato tenendo conto dell’impostazione fonica data allo strumento dai precedenti organari (Farinati – Ruffatti). Le canne sono passate da 1381 a 2295. L’organo è stato inaugurato sabato 29 settembre 2007 dal M° Roberto Bonetto organista titolare dell’Abazia. 


Il compito di scegliere e stipendiare l’organista era riservato al Comune e ciò si protrasse fino all’800. Tra gli organisti che si sono succeduti nell’Abazia di S. Stefano spicca la figura di Bentivoglio Levà (1587 – ?), compositore e musicista stimato al punto di vantare la pubblicazione di alcuni suoi lavori a Venezia nel 1619 ed ad Anversa nel 1626. 
A conferma dell’importanza e del prestigio di cui godeva l’Abazia di Isola della Scala vi è un’altra opera stampata nel 1613 dal Maestro di cappella  Stefano Bernardi (1577-1637) e dedicata all’abate Silvano Cocconio.
Nella prima metà dell”800 fu, tra gli altri, organista Vincenzo Mela, nota figura di patriota e musicista. 

Quattro sono i CD musicali realizzati e legati all’Abazia Santo Stefano di Isola della Scala.