Il campanile attiguo alla chiesa abaziale è di stile romanico, lo si può far risalire al XII secolo in quanto è presente una iscrizione murata con i nomi dei committenti o costruttori Wariento e Annone e la data 1130 : ANN. DNI MCXXX WARIENTO ET ANNO RS HOC INCEPER. Una iscrizione simile con gli stessi nomi la ritroviamo murata all’esterno del Santuario della Bastia. Il basamento a grossi conci di tufo suggerisce l’idea di una costruzione che rispondesse anche a scopi di difesa. Il resto fu interamente rifatto tra giugno e settembre 1411 per iniziativa dello stesso sindaco di Isola, Rinerio de Baroti (al quale si deve anche il bellissimo battistero dell’Abbazia e l’acquasantiera del santuario della Bastia), come ricorda l’iscrizione posta sul lato ovest. Su tre conci di tufo è stato segnato il prezzo del grano, cosa che fa pensare che un tempo il sagrato antistante la chiesa avesse anche la funzione di luogo per il mercato. La cella campanaria contiene cinque campane rifuse nel 1881 ad opera della ditta Pietro Cavadini di Verona. La maggiore è del 1593. La minore era stata fusa nel 1856 e le altre tre rispettivamente nel 1787 da Giuseppe Ruffini, nel 1778 e nel 1839 da Antonio Partilora. Pesano complessivamente Kg. 2810 (966, 680, 488, 399, 277). La maggiore è in tono di Re corista di Vienna, le altre in concerto a scala. Nel 1943 due di esse furono requisite dallo Stato e spedite a Torino per essere trasformate in materiale bellico. Scampate per fortuna a simile utilizzazione vennero restituite al termine della guerra. L’11 novembre 1945 si fece la festa solenne per il loro ritorno assieme a quello dei reduci di Russia. Sotto la cella campanaria vi è l’orologio affiancato da due grifoni che sostengono i due emblemi del comune: la scala e tre tife emergenti dalle acque.
Le vecchie campane di Isola della Scala1
Il vecchio concerto di campane posto sul campanile abbaziale di Isola della Scala era composto, al momento della rifusione del 1881 di 5 elementi:
1) la campana grande o civica, ovvero quella del comune, sulla quale suonava l’orologio pubblico era un bronzo del 1750 fuso da Pietro ed Alberto Soletti, padre e figlio, esponenti di una dinastia di fonditori attivi nel nord Italia per tutto il corso del XVIII secolo che lascia testimonianze importanti in Padova Rovigo Treviso, Brescia ecc. Aveva un diametro di 119 cm per un peso stimato di 102 pesi veronesi (849 kg) e nota Mi bemolle. La sua storia ha origine nel 1593 e rifusa nel 1693, nel 1714 e nel 1715 ed oggi confluita nell’attuale fusione del 1881. Recava la seguente scritta:
AB OMNI MALO NOS DEFENDAT XPS VINCIT XPS REGNAT XPS IMPERAT. A FVLGVRE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE. DA GLORIAM DEO. ET VERBVM CARO FACTVM EST ET HABITAVIT IN NOBIS. PETRUS SOLETTI ET ALBERTUS FILIUS FECERUNT VERONENSES. ANNO D.MI 1593 PRIMORDIA DUXI, 1693 RENATA SVM, ANNO 1714 RESTAVRATA SVM, 1715 DENVO REVIVISCO. EXPENSIS SEMPER ET COMODO MAGNIFICE COMVNITATIJ INSVLA SCALARVM ANNO JVBILEI 1750.
2) la campana maggiore del concerto parrocchiale di 4 elementi era stata fusa nel 1839 da Antonio Partilora, ultimo esponente dell’omonima dinastia veronese. Aveva un diametro di 105 cm per un peso stimato di 77 pesi veronesi (641 kg) e nota Fa naturale. Sostituì una precedente campana ed è stata fusa il 26 luglio e battezzata il 7 agosto in Santa Maria in Organo a Verona, la sua storia termina nell ’attuale fusione del 1881. Recava la seguente scritta:
A FVLGVRE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE. ANTONIO PARTILORA FECE 1839.
3) la campana seconda del concerto era stata fusa nel 1778 da Giuseppe Ruffini, geniale esponente di una dinastia di fonditori emiliani. Aveva un diametro di 91 cm ed un peso stimato di 53 pesi veronesi (441 kg) e nota Sol naturale. Recava la seguente scritta:
DEVS HOMO FACTVM EST IN PACEM 1778 JOESEPH RVFFINI REGII FUNDITOR
4) la campana terza del concerto era stata fusa nel 1787 da Giuseppe Ruffini. Aveva un diametro di 85 cm ed un peso stimato di 47 pesi Veronesi (392 kg) e nota La naturale.
Recava la seguente scritta:
A.D. MDCCLXXXVII ALACRITER ET LAUDATE IN NOMEN JESV SVRGITE SEVRI DEI. GIVSEPPE RUFFINI FONDITORE
5) la campana piccola del concerto era stata fusa nel 1856 da Luigi I Cavadini. Aveva un diametro di 70 cm ed un peso di 21 pesi veronesi e 15 libbre sottili (180 kg) e nota Do naturale. Era la rifusione di una campana più vecchia di circa lo stesso peso ma non si hanno notizie del bronzo precedente. Recava la seguente scritta:
AES HOCCE BISFUSUM ADIUVANTIBUS FUSUM PIIS TERTIO FUNDENDUM CURAVIT ASCETERIC SODALITAS ANNO DEI HOMINIS MDCCCLIV
In passato la musicalità dei gruppi di campane poste sulle torri non era curata come oggi però al momento della rifusione della piccola nel 1856 si pensò all’ipotesi di rifondere anche la campana del 1787 per costituire un concerto inserendo la campana civica come tonica. Gli accordi non proseguirono e si lasciò la campana civica con il suo ruolo e si adattò solo la piccola a fare il quinto grado musicale delle campane della parrocchia.
1 Le informazioni ci sono state gentilmente fornite dal sig. Luca Chiavegato.